Ponte Manlio a Cagli - Cagli
DESCRIZIONE

Lungo la Flaminia il Ponte attraversa il torrente Bosso (che ora ha mutato corso) vicino alla confluenza col Burano, poco a nord di Cagli. Si tratta di una colossale opera di ingegneria stradale in pietra “grigna”, sopravvissuta in buono stato di conservazione. Pare che la designazione derivi dall’errata lettura di un’iscrizione falsa, in passato presente sul parapetto, contenente all’inizio il nome di M. Allius Tirannus. Attualmente il ponte è in disuso ed è stato di recente riportato pressoché nella situazione originaria con l’asportazione del cumulo di terra che nascondeva gran parte delle strutture in elevato.

Esso è costituito da un arco di m 11,66 di diametro, formato da ventuno cunei di poderose dimensioni disposti a secco con buona tecnica. Sembra che da alcuni scavi condotti nel secolo scorso si sia accertata l’esistenza in profondità di una struttura muraria circolare formante con l’arco fuori terra un anello continuo. Immediatamente al di sopra è presente una cordonatura aggettante (m 0,25), su cui è disposto il pesante parapetto, largo m 1,5. La strada poggiava direttamente sull’estradosso dell’arco.

Un ponte di minori dimensioni, a breve distanza, è collegato col precedente e presenta analoghe caratteristiche. È costruito con lo stesso materiale, è formato da nove cunei e presenta un diametro di m 3,4. Due muri di sostegno paralleli e con contrafforti uniscono i due ponti e sorreggono la strada che, in tale modo, supera una depressione correndo in elevato sul viadotto. Il complesso di queste strutture, in opera quadrata di grossi blocchi e dovuto ad un intervento costruttivo unitario, è in genere datato ad età tardorepubblicana o protoaugustea.

Una seconda fase edilizia è ben leggibile nel contesto del poderoso manufatto. Si tratta di un intervento di restauro eseguito su ambedue le fiancate del ponte e su ciascun lato dell’arco maggiore. Questi quattro muri, di pietra corniola locale, hanno la funzione di struttura d’argine e soprattutto di sostruzione stradale. Essi sono costruiti con lastre ben congiunte, di circa cm 25 di spessore. I bassi filari sono messi in opera con discreta tecnica e presentano il paramento non rifinito compiutamente. Questi muraglioni sono stati addossati alla facciata del ponte e ne irrobustiscono l’originaria struttura. Sono infatti inseriti, quasi ad incastro, nel ristretto spazio disponibile sotto la cordonatura sporgente sulla sommità dell’arco. Essi costituiscono in tale modo una sorta di rinforzo dei quattro muri d’ala della fase edilizia precedente. Sia le caratteristiche del materiale utilizzato, sia la tecnica di costruzione impiegata consentono di datare in età post-augustea questa opera di consolidamento.

 

Autore: Mario Luni

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